lunedì 10 agosto 2015

Il Santo Lorenzo e l'atomo opaco del male.


Lorenzo nacque a Osca (Huesca), città della Spagna, nella prima metà del III° secolo. Venuto a Roma, centro della cristianità, si distinse per la sua pietà, carità verso i poveri e l’integrità di costumi. Grazie alle sue doti, Papa Sisto II lo nominò Diacono della Chiesa. Doveva sovrintendere all’amministrazione dei beni, accettare le offerte e custodirle, provvedere ai bisognosi, agli orfani e alle vedove. Per queste mansioni Lorenzo fu uno dei personaggi più noti della prima cristianità di Roma ed uno dei martiri più venerati, tanto che la sua memoria fu ricordata da molte chiese e cappelle costruite in suo onore nel corso dei secoli.
Lorenzo fu catturato dai soldati dell’Imperatore Valeriano il 6 agosto del 258 nelle catacombe di San Callisto assieme al Papa Sisto II ed altri diaconi. Mentre il Pontefice e gli altri diaconi subirono subito il martirio, Lorenzo fu risparmiato per farsi consegnare i tesori della chiesa. Narrasi che all’Imperatore Valeriano, che gli imponeva la consegna dei tesori della Chiesa, Lorenzo abbia portato davanti dei poveri ed ammalati ed abbia detto “Ecco i tesori della chiesa”.
In seguito Lorenzo fu dato in custodia al centurione Ippolito, che lo rinchiuse in un sotterraneo del suo palazzo; in questo luogo buio,umido e angusto si trovava imprigionato anche un certo Lucillo, privo di vista. Lorenzo confortò il compagno di prigionia, lo incoraggio', lo catechizzò alla dottrina di Cristo e, servendosi di una polla d’acqua che sgorgava dal suolo, lo battezzò. Dopo il Battesimo Lucillo riebbe la vista. Il centurione Ippolito visitava spesso i suoi carcerati; avendo constatato il fatto prodigioso, colpito dalla serenità e mansuetudine dei prigionieri, e illuminato dalla grazia di Dio, si fece Cristiano ricevendo il battesimo da Lorenzo. In seguito Ippolito, riconosciuto cristiano, fu legato alla coda di cavalli e fatto trascinare per sassi e rovi fino alla morte. Lorenzo fu bruciato vivo sulla graticola, in luogo poco lontano dalla prigione; l suo corpo fu portato al Campo Verano, nelle catacombe di Santa Ciriaca.
Il Martirio di san Lorenzo è datato dal martirologio romano il 10 agosto del 258 dopo Cristo. A ricordare questi avvenimenti furono erette a Roma tre chiese: San Lorenzo in Fonte (luogo della prigionia), San Lorenzo in Panisperna (luogo del martirio) e San Lorenzo al Verano (luogo della sua sepoltura). Storicamente però furono circa 30 (delle sette rimaste) le chiese dedicate a San Lorenzo, santo amatissimo e compatrono di Roma. Nel 2008 la Chiesa ha ricordato con un solenne Giubileo i 1750 anni del suo martirio. L’itinerario proposto, oltre alla visita devozionale alle chiese a lui dedicate, ripropone anche il “cammino” del suo Martirio.



 Oggi si ricorda il suo martirio e le stelle cadenti che dal cielo formano scintille...rievocano quelle della graticola del compianto.
Piangeva il cielo anche per Giovanni Pascoli e sulla malvagità che abita la terra; e le sfavillanti Perseidi – per la credenza popolare le lacrime del santo martire, arso vivo a Roma il 10 agosto del 258 – sono anche il compianto funebre per la morte del padre Ruggero, ucciso con un colpo di fucile, nella notte fra il 10 e l’11 agosto, mentre tornava a casa da una giornata di mercato.

Poesia di Giovanni Pascoli
X Agosto notte di San Lorenzo
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto 
nel concavo cielo sfavilla. 
Ritornava una rondine al tetto: 
l'uccisero: cadde tra i spini; 
ella aveva nel becco un insetto: 
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende 
quel verme a quel cielo lontano; 
e il suo nido è nell'ombra, che attende, 
che pigola sempre più piano. 

Anche un uomo tornava al suo nido: 
l'uccisero: disse: Perdono; 
e restò negli aperti occhi un grido: 
portava due bambole in dono. 
Ora là, nella casa romita, 
lo aspettano, aspettano invano: 
egli immobile, attonito, addita 
le bambole al cielo lontano. 
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi 
sereni, infinito, immortale, 
oh! d'un pianto di stelle lo inondi 
quest'atomo opaco del Male!

 
X Agosto. -  E' l'anniversario dell'uccisione del padre. Giovanni Pascoli si rivolge a San Lorenzo, vittima della crudeltà umana, e dice che non è mistero per lui la caduta di tante stelle nella notte del Santo, perchè sa che sono le lacrime del Cielo sulla malvagità  della nostra terra tanto piccola, ma tanto cattiva.
Una rondine venne uccisa .mentre recava il cibo ai suoi nati; così pure un povero padre, mentre portava in dono due bambole ai suoi bimbi. Il paragone non è troppo proprio e neppure delicato.
Tutte le determinazioni sulla rondine sono piene di grazia e di dolcezza, e fan sentire come un supplizio immeritato, quasi un sacrilegio la sua uccisione, predisponendo l'animo allo sdegno contro gli uccisori non più d'una rondine, ma d'un tenero padre.. All'anniversario, il triste quadro appare avvolto come in un'atmosfera di sogno; la passione della vendetta ha ceduto ad una vivissima pietà per gli uomini, anche per gli uccisori, onde la preghiera che un pianto di stelle purifichi quest'atomo opaco del male.

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